martedì 18 dicembre 2018


La Cinta Aragonese
 
Ordinate durante il regno di Ferdinando il Cattolico, le mura aragonesi furono innalzate tra il 1496 ed il 1508 su progetto dell’ingegnere militare Baldiri Meteli.  Sono protette da 4 grandi torrioni semicilindrici (“barbacani”) che ospitano al loro interno diverse postazioni per artiglierie (“cannoniere”) distribuite su tre livelli. Altre 2 torri, a pianta circolare, difendevano l’elegante portale d’ingresso, sormontato dallo stemma marmoreo recante le armi dei re cattolici e scolpito nel 1503 dallo scultore Bartolomeo Berrettaro. Sopra lo stemma, beccatelli disposti in batteria in una sorta di pettine in pietra ostacolavano con la caduta dall’alto di sassi o liquidi bollenti il nemico intento a forzare la porta (cosiddetta “difesa piombante”).

Il primo torrione semicilindrico ad essere costruito fu - tra il gennaio 1496  e l’aprile del 1497 - quello rivolto a Sud (“barbacane di menzu journu”). Nel settembre 1499 risultava ancora in costruzione un torrione accanto al portale d’ingresso. Nel 1503 i lavori di costruzione dell’intera fortificazione erano diretti dal capomastro Johanni Gaytano, mentre nel 1504 si demolivano ancora fabbricati civili (nella contrada del Salvatore) allo scopo di fare spazio alla stessa fortificazione.

 


Le cannoniere più ampie - collocate di norma al pian terreno e sulla sommità di ciascun torrione - ospitavano le “bombarde”. Quelle più anguste - ubicate al primo piano - ospitavano invece piccoli pezzi di artiglieria come “falconetti” e “colubrine” e costringevano gli operatori addetti a maneggiarli a stare in ginocchio. Questi operatori prendevano la mira attraverso una feritoia a croce scavata in uno dei blocchi di pietra collocati sopra l’apertura tonda o rettangolare da cui si affacciava la canna di ogni singolo pezzo di artiglieria (bombarda, colubrina, etc). Ancora oggi, all’esterno di queste aperture, si osservano i fori in pietra entro cui scorrevano i perni dei portelloni lignei che proteggevano le artiglierie da piogge ed intemperie. Ogni cannoniera, infine, era dotata di un camino di aerazione che consentiva la fuoriuscita dei fumi prodotti durante gli spari.